• Marzo 2017 •

Devo dire che, appena letto il titolo di questo libro, la prima immagine che è comparsa nella mia mente è stata quella del prestigiatore, se non del mago, forse perché fin da bambino (dove credevo) e un po’ ancora oggi (dove mi piace immaginarlo) queste persone sembrano poter far accadere cose che non siamo in grado di spiegare. Torna alla mente anche la famosa parola magica Abracadabra, per assonanza, ma Dario Canil intitola il suo libro Avrah Ka Dabra, che in aramaico significa “Creo quel che dico”. Ecco quindi che tutto prende un altra forma e la magia lascia spazio a qualcosa di molto più concreto che è governabile da noi stessi, se ne siamo consapevoli.

Su questo libro ritrovo solo tre sottolineature, la prima delle quali riprende dei concetti di cui ho già scritto in diversi miei passi, mentre le altre due saranno lo spunto per approfondimenti futuri. Partiamo quindi con la seguente affermazione dell’autore:

Il «Personaggio» è l’errore che finora hai messo in scena. Ciò che sei davvero è «Anima».

Se hai letto i miei passi, ti verrà naturale identificare il personaggio con l’Ego. Probabilmente sarà meno naturale uscire dal fraintendimento del termine anima, per non ricadere senza accorgersene negli inganni dell’Ego, che semplicemente cambia il personaggio, ma ti lascia comunque immerso nello spettacolo teatrale del sogno che vivi. Ti stai chiedendo di quale altro personaggio stia parlando? Sto parlando proprio dell’anima! Prima di tutto usciamo dalla concezione cattolica dell’anima, per non introdurre sovrasignificati al termine che stiamo utilizzando. Spesso, nel percorso di conoscenza che ognuno porta avanti con i suoi tempi e le sue modalità, viene il momento in cui si passa dalla propria identificazione del sé (l’Ego) a qualcosa che riteniamo più alto e puro (l’anima). Stiamo ben attenti però a non cadere nel tranello dell’Ego di farci credere che siamo ancora qualcosa di unico e speciale rispetto agli altri (in questo caso le altre anime); in definitiva un altro personaggio (forse peggio del precedente, perché si sente più elevato). Quello che l’autore voleva trasmettere con il termine Anima, è il concetto che io identifico nel temine Coscienza. Anche in questo caso non intendo la coscienza individuale, ma l’unica Coscienza che esiste, che utilizza il nostro corpo per fare esperienza in questo mondo duale, ossia l’unico esperibile dal nostro cervello. La cosa interessante è che la nostra coscienza ci permette (se lo vogliamo, attraverso la consapevolezza) di renderci conto che non siamo il personaggio che nasce dall’Ego (separato dagli altri personaggi che incontriamo) ma proprio quell’unica Coscienza (se non l’hai già fatto, nota che uso il termine coscienza con l’iniziale minuscola o maiuscola a seconda del contesto).

Chiarito questo punto di partenza iniziale, sarà più semplice riuscire a comprendere la seconda sottolineatura:

Le parole veicolano sentimento dentro specifici sistemi di credenze e così facendo creano reti neurali che vanno ad agire quantisticamente sulla realtà plasmandola e modificandola

In una singola affermazione sono contenuti diversi temi che meritano di essere approfonditi separatamente, e su questi ritornerò nei prossimi passi, ma cominciamo col delinearli. Il sentimento, provando a definirlo in maniera diversa dal solito, è una vibrazione che veicola un certo tipo di energia che vogliamo trasmettere (o che riceviamo). I sistemi di credenze sono quelli su cui si basa l’Ego, e nascono strato dopo strato dalle esperienze passate, che fisicamente creano nel cervello (organizzato in reti neurali) delle vie preferenziali, dovute alla ripetizione di stimoli e reazioni associate alle emozioni (la parte fisica dei sentimenti). La parte relativa alla fisica quantistica è la più affascinante ed è quella che ha portato la mia parte razionale a trovare una spiegazione scientifica per ciò che la mia parte spirituale aveva già intuito. Ora è troppo presto per addentrarci su questo tema, ma sappi che la fisica quantistica ci dà un modo completamente nuovo di guardare ciò in cui siamo immersi, in maniera assolutamente differente dalla fisica classica, che invece è molto legata alla nostra percezione del mondo che ci circonda. Per il momento, ti basti sapere che per la fisica quantistica una particella esiste solo quando osservata, perché altrimenti è definita da una funziona d’onda che descrive la probabilità di trovare quella data particella nello spazio-tempo. Se è l’osservatore che crea la realtà, e l’osservatore stesso la vede attraverso le lenti delle sue credenze, siamo finalmente riusciti ad arrivare alla fine della spiegazione della sottolineatura, potendo affermare che se cambiamo noi stessi, cambia la realtà percepita.

L’ultima sottolineatura riprende il tema precedente in un altra forma:

Le parole sono pensieri che si sono rivestite dell’energia del suono

I pensieri a cui ho fatto riferimento prima, per essere trasmessi ad altri, necessitano delle parole, e questo passaggio di stato introduce purtroppo un primo impoverimento, in quanto quello che esperiamo non è traducibile completamente in parole. Questa prima semplificazione, dal vissuto al trasmesso, viene ulteriormente alterata dalla decodifica effettuata dal ricevente del messaggio, che lo traduce in base al suo personale significato che attribuisce alle parole che ascolta o legge. Ecco perché, quando ascoltiamo qualcuno o leggiamo i suoi scritti, dell’esperienza che vuole trasmetterci possiamo solo intuirne i contorni sfumati, ma la comprensione può solo derivare dal provare quell’esperienza, attraverso una ricerca personale.

Tornando al principio di questo passo, alla prima sottolineatura, lascia perdere il personaggio (tuo o di chi ti dona le sue parole) e cerca l’esperienza attraverso la tua anima, che io preferisco chiamare Coscienza.

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