• Gennaio 2016 •

Il sottotitolo del libro Chimica mentale di Charles Haanel, è “Il metodo scientifico per creare la realtà con il pensiero” ed è proprio da questa spalla al titolo principale che è nata la mia curiosità, che mi ha poi portato alla sua lettura. Spesso, come in questo caso, non mi ricordo il contenuto preciso del libro che ho letto diversi anni prima, e quasi come lo è per te leggendo le mie sottolineature, anche per me sono una sorta di novità. Più che una scoperta assoluta, le vivo come il segno del mio interesse passato, che ha portato alle mie idee attuali. A volte sono addirittura molto distanti dal riferimento passato, senza il quale però non sarei mai giunto al pensiero attuale. Anche in questo casi mi accingo a rileggere piacevolmente e con un pizzico di curiosità la prima sottolineatura, che riporta:

Il principio generale con cui un’idea viene preservata, è vibratorio come tutti i fenomeni naturali. Ogni pensiero provoca vibrazioni che continueranno a espandersi in onde circolari, come quelle provocate da un sasso caduto in una pozza d’acqua. Onde di altri pensieri possono contrastarlo o lui può soccombere per la propria inattività.

In queste poche righe vengono riportati due principi fondamentali, a mio avviso:

  • Un’idea (un pensiero) è vibratoria (quindi è energia)
  • Ci sono altri pensieri (energie) che possono essere contro o a favore della vibrazione originaria

Il primo punto credo sia condivisibile per tutti, anche solo perché un pensiero che nasce nel nostro cervello genera delle correnti elettriche che attraversano i neuroni. Puoi forse obiettare che questa energia sia infinitesimale rispetto ad altre forme di energia, ma scopriremo in diversi passi successivi quanto potente possa essere in realtà un pensiero.

Riguardo al secondo punto, viene naturale immaginare che se i miei pensieri hanno un’energia in una certa direzione (intesa non come punto geometrico, quanto come scopo da raggiungere), questo intento può essere allineato con i pensieri di un’altra persona o in contrasto. Qui si aprono due interessanti spunti di riflessione. Da un lato dobbiamo chiederci se il pensiero dell’altra persona sia effettivamente distaccato dal mio, o se non stiamo semplicemente parlando del mio pensiero del pensiero dell’altro, ossia cosa penso stia pensando l’altro individuo. Questo è esattamente il principio che ho riportato nel passo Come cambiare la propria vita, dove descrivo il secondo grado di intenzionalità. L’altro spunto di riflessione deriva dal fatto che un nostro pensiero cosciente spesso si scontra (e perde miseramente in termini energetici) con un nostro pensiero inconscio. Ad esempio potremmo consciamente pensare di muoverci liberamente verso un modo di essere (anche una cosa semplice come vestirci con un certo stile), ma gli schemi che ci sono stati imposti negli anni dai genitori, dalla società, dagli altri e anche da noi stessi, con il passare del tempo hanno creato nel nostro inconscio un’idea completamente diversa, che quindi si oppone al nostro nuovo pensiero.

Dopo questi primi modi di vedere le cose da un’altra angolazione, arriviamo immediatamente a qualcosa che potrebbe veramente destabilizzarti, racchiuso nella prossima sottolineatura.

Ogni pensiero tende a diventare una cosa materiale.

Nessuno riuscirà mai a farti avvicinare a questa idea se, almeno solamente come puro esercizio mentale, non inizierai a mettere in dubbio alcune tue convinzioni. Immagina per un momento che quello che vivi sia un sogno. Se l’idea è troppo strana per te, se l’hai visto prova a immaginare un mondo come descritto nel film Matrix (è solo un esempio per farti capire il concetto, non sto dicendo che quel film descriva la realtà, ma può sicuramente aiutarti a capire il concetto). Se quello che vivi è un sogno, allora hai la possibilità di modificarlo, cosa che non potrebbe accadere se questa fosse la realtà ultima. Ti starai chiedendo in che modo, ma se hai letto attentamente fino a qui, hai già la risposta: attraverso i nostri pensieri. Non giungere a conclusioni troppo semplicistiche sul fatto che se pensi di avere una villa con piscina, alla fine comunque ti ritrovi nel tuo appartamento, perché qui entra in gioco un concetto importante a cui ho accennato prima. Se anche con il tuo pensiero conscio pensi di possedere una villa con piscina, il tuo inconscio in maniera molto più continuativa e focalizzata del tuo conscio, crede che tu viva in un appartamento, da cui deriva un pensiero che diventa materiale in tali termini. Potrei proseguire anche con argomenti scientifici che avvalorano questa ipotesi, ma dovremo spostarci nel mondo della fisica quantistica, ed ora è troppo presto (come lo era per me quando lessi questo libro) per cui ne riparleremo nei prossimi passi.

Continuando a scorrere le mie sottolineature, nella prossima leggiamo:

L’attenzione deve sempre essere orientata verso la creatività, facendo attenzione a non cadere mai nella trappola della competitività. Mai cercare di togliere qualcosa agli altri. Se desideri qualcosa, devi crearlo da te.

Questo concetto mi permette di introdurre un’evoluzione di quanto appena accennato prima. Se siamo in un sogno, le altre persone sono reali? O sono anch’esse generate da nostri schemi di pensiero? E se fosse veramente così, quale sarebbe lo scopo di vedere negli altri qualcosa proiettato da noi stessi? Puoi immaginare gli altri come specchi che vogliono mostrarti qualcosa di te che hai bisogno di approfondire. Ma se gli altri “nascono” da noi, non possono essere separati da noi, per cui chiudiamo il cerchio di quanto espresso nella sottolineature precedente. Non puoi togliere qualcosa agli altri per portarlo a te, perché sarebbe una sorta di cortocircuito in cui toglieresti qualcosa a te stesso che in realtà già hai, di cui ti sei semplicemente scordato.

Se ci siamo scordati di qualcosa, significa che in realtà la sapevamo già in precedenza. Ma com’è possibile dimenticarsi di aspetti importanti delle conoscenze passate? Per diversi meccanismi della nostra mente, continuamente rimuoviamo informazioni, filtrandole in base a modalità che non governiamo consciamente. La nostra osservazione di ciò che ci circonda viene continuamente filtrato, lasciando una piccola parte nella nostra mente conscia, e tutto il resto sedimentato nel nostro inconscio. A volte accadono però degli avvenimenti, che spesso non ci spieghiamo, che in realtà fanno emergere in pratica questo concetto, come si legge nella prossima sottolineatura che dice:

Quando si apprende la verità, o anche solo una parte, senza l’intervento dell’osservazione, si parla di Intuizione.

Sarà capitato anche a te di scontrarti con un problema apparentemente senza soluzione e, dopo averlo lasciato in qualche modo in disparte, quasi scordandotene per qualche tempo, trovare immediatamente l’idea che sembrava impossibile anche solo immaginare. In questo caso l’intuizione è data dal nostro subconscio che porta alla nostra mente cosciente quello che in realtà già era conosciuto. Per l’esperienza di ognuno di noi, l’intuizione non è un evento che accade così spesso, quindi come possiamo porci nel modo corretto per raggiungere i nostri obiettivi, risolvendo i problemi che continuamente ci si parano davanti? Nel testo si trova una citazione di Ignazio da Loyola che si dice abbia sostenuto:

Fai tutto il possibile con l’idea che tutto dipende da te, e poi spera nei risultati come se dipendessero da Dio

Qui si intrecciano tre diversi concetti, tutti estremamente importanti:

  • Tutto dipende da te
  • Avere fede
  • Dio

Del fatto che tutto dipenda da te, se mi hai seguito fin qui, senza pretendere che tu nei sia convinto direi che possiamo almeno ipotizzare che tu l’abbia preso in considerazione. La fede la possiamo considerare anche diversamente dal concetto cristiano, qui intesa come la certezza che ciò per cui ci siamo adoperati, avverrà sicuramente (anche se vedremo meglio nei prossimi passi sarebbe corretto pensare che sia già accaduto). Infine c’è Dio, e anche in questo caso sarebbe più facile comprendere il significato della citazione precedente se lo considerassimo in maniera differente da come tutti noi lo identifichiamo (o lo rifiutiamo), considerandolo come tutto ciò che è. Questi tre pilastri racchiudono il segreto per raggiungere ciò verso cui ci stiamo muovendo, il che significa che se non abbiamo una meta (o peggio se abbiamo fede, anche inconsciamente, in qualcosa che ci danneggi) i risultati non saranno quelli sperati.

Proviamo a procedere nel ragionamento, utilizzando quanto sosteneva il medico Emile Coué. Agli inizi del ‘900 era famoso per i suoi metodi di cura e la sua clinica era continuamente affollata di pazienti attirati dalla sua fama di guaritore. Ma questa fama in cosa consisteva? Tutto nasceva dal fatto che secondo lui il potere di guarigione si trova all’interno del paziente, poiché manifestiamo su di noi i nostri pensieri. Ma, nello specifico, cosa faceva questo dottore per raggiungere i risultati curativi che lo contraddistinguevano? Semplicemente sfruttava quella che poi sarebbe stata definita come autosuggestione, invitando i propri pazienti a ripetere continuamente

Ogni giorno, da ogni punto di vista, miglioro.

Questo creava prima una sorta di abitudine e poi una convinzione dell’inconscio che la propria salute stava continuamente migliorando, fino a portare alla guarigione del paziente. Non sto dicendo che ripetersi questa frase possa sostituirsi alle cure mediche, ma sono assolutamente convinto che l’introduzione di “nuove convinzioni” nel nostro inconscio possa portare a risultati tangibili. Vuoi sapere cosa ho provato a fare io? Ho preso questa citazione è l’ho inserita in un’attività su Outlook, che quindi generava un avviso che io leggevo e rimandavo di un’ora, per tutto l’intervallo della giornata. Se non provi non puoi immaginare quanto un’azione così minimale possa migliorare il tuo modo di sentirti, e quindi di porti in maniera differente in ogni contesto.

La ripetizione ci predispone in qualche modo alla creazione di una nuova convinzione (attenzione! può essere anche una convinzione negativa, quando ci ripetiamo ingiustamente quanto siamo pessimi in qualcosa), che potrebbe trasformarsi anche nella fede, ossia in un punto fisso che non necessita di ulteriori spiegazioni. L’ultima sottolineatura riporta una definizione della fede di San Paolo:

La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.

Non pensate quindi alla fede solo in ambito religioso, quanto piuttosto al mezzo con cui generare convinzioni inconsce che ci portano verso la realizzazione dei nostri desideri, attraverso la creazione della nostra realtà.

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